Il Bounce Rate, chiamata anche frequenza di rimbalzo la metrica web più sexy di tutte.
È importante misurare il Bounce Rate per vari motivi:
- È una metrica disponibile in forma standard in molti strumenti
- È veramente difficile interpretare male sul significato è applicabile a vari livelli specialmente identificando i problemi più evidenti
- Misura il comportamento del cliente forse il più utile di tutti gli obiettivi nel campo delle misurazioni.
Cosa misura il Bounce Rate
Che cosa fa, dunque, questa metrica così misteriosa?
Dal punto di vista di un visitatore di un sito web, misura il fenomeno “sono arrivato, non mi interessava, me ne sono andato“.
Quella che segue è una definizione più tecnica:
II Bounce Rate misura la percentuale delle sessioni sul sito web e in cui è stata visualizzata una sulla pagina.
Alcuni strumenti sfruttano il tempo per misurare il Bounce Rate. In pratica, misurano la percentuale di sessioni in cui il valore Time On Site è stato minore di cinque secondi.
È sempre più raro vedere questo metodo di calcolo, ma ultimamente con Google Analytics 4 il Bounce Rate è stato sostituito dall’Engagement Rate.
Engagment rate: La percentuale di sessioni in cui l’utente ha interagito. sessioni con interazione / sessioni.
Come viene misurata una sessioni Interattiva:
- L’utente sta attivamente sul tuo sito web o sulla tua app mobile per oltre 10 secondi.
- Ha due o più visualizzazioni dello schermo o della pagina.
- Attiva un evento di conversione.
Ma torniamo a noi, in questo report sono riportati tutti coloro hanno visitato il sito web.
Nella colonna del Bounce Rate possiamo vedere la terza riga con una percentuale di 19,25% questo numero rappresenta la percentuale di coloro che non hanno fatto click o interagito con la landing page.
Al primo risultato si trova un valore decisamente negativo di coloro che sono arrivati in questo sito e si sono rifiutati di fare anche un solo clic al suo interno.
Rifletteteci un po’… neppure un Click!
È il livello di successo più basso: tutto ciò che chiedevi al tuo visitatore in termini di attività era un click e non sei riusciti a convincerlo.
Questo è il bello del Bounce Rate.
A livello macroscopico misura il fallimento del tuo sito.
Non importa cosa fai. Puoi svolgere un’attività B2B, commercio elettronico o altri modelli di business.
Devi misurare il bonus rate del sito su almeno due livelli. Devi misurarlo in termini aggregati, a livello dell’intero sito, ma devi misurare il bonus rete anche nelle landing page.

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Ehi, sono Matteo Tobia. Spero che questo articolo ti stia tornando utile. Se vuoi che ti aiuti con il tuo business semplicemente prenota una chiamata
Come analizzare il Bounce Rate
Vuoi intraprendere una rapida azione correttiva sulla base dei dati forniti dall’analisi web?
In 10 secondi, questo utile report ti aiuterà identificare le pagine che non funzionano e provocano troppi rimbalzi.
Devi misurare il Bonce Rate del sito su almeno due livelli.
- Devi misurarlo in termini aggregati, a livello dell’intero sito
- Devi misurare il bonus rete anche nelle landing page.
La metrica Bounce Rate produce inoltre un report interessante.
Poiché il mondo è dominato dai motori di ricerca e sono proprio loro a determinare la home page del sito.
Si possono trovare le 10 principali home page del sito in questione.
Ecco un paio di suggerimenti utili per migliorare l’efficacia delle vostre misurazioni.
Misura la metrica Bounce Rate per i principali utenti del sito web
Saranno loro a dirvi quali sono i vostri migliori amici. Non si tratta dei siti di riferimento che vi inviano traffico, ma piuttosto dei siti che ti inviano traffico che non rimbalza via.
Misura il Bonus Rate per le chiavi di ricerca a pagamento e standard
Forse avete utilizzato il tutto per le parole chiave sbagliata e forse le landing page non sono efficaci. In entrambi casi dovrai correggere la situazione.
Eccezioni: quando il Bounce Rate diventa meno importante
Via un caso ovvio, in cui misurare la metrica Bounce Rate aggregato può non essere così utile: i blog.
I blog hanno caratteristiche differenti da tutte le altre esperienze online: i visitatori arrivano per leggere l’articolo di un argomento che gli interessa, magari un articolo come questo 🙂
Lo leggono e poi se ne vanno.
La frequenza di rimbalzo sarà elevata proprio a causa del modo in cui viene calcolato tale metrica, ma in questo caso la situazione è perfettamente accettabile.
Dunque non prendere in considerazione il Bounce Rate aggregato per un blog.
Segmentate i dati del Bounce Rate per i nuovi visitatori.
Nessuno vuole che arrivino sul blog e poi se ne vadano subito dopo aver letto i post.
Ad esempio vogliamo che si iscrivano alla newsletter.
O che navighino altre pagine del sito, che ne rimangano favorevolmente impressionati, tanto da ritornare.
Volete che facciano clic su i banner pubblicitari e così via. Tutte queste attività sono molto importanti.
Conclusione: il mito del Bounce Rate
Esiste un mito tra gli analisti, marketer e proprietari di un business a mio avviso molto fastidioso 😀
“Non ho un sito di commercio elettronico. Non ho conversioni. Non devo preoccuparmi dei Bounce Rate“.
Come scusa?!
Faccio fatica ad immaginare un’attività basata sul profitto con una totale assenza di click da parte visitatori.
Facciamo un esempio, il sito web di un dizionario o wikipedia. Voglio che le persone leggono la definizione e, magari, che creino un segnalibro sulla mia pagina per utilizzi futuri o che cerchino altre definizioni o informazioni.
In questo caso, ricordati che il Bounce Rate è rappresentato da coloro che non hanno fatto assolutamente alcuna azione sul sito.
Quindi ti invito a riflettere, perché sono assolutamente sicuro che per qualsiasi sito (realizzato per profitto o meno), il successo sia rappresentato dalla visualizzazione di una pagina.
Esistono rare eccezioni, come i blog di cui abbiamo appena parlato, ma riflettere bene prima di convincervi di essere un’eccezione.
Un abbraccio,
Matteo
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